Guglielmo Marconi è conosciuto come inventore della radio e pioniere della radiocomunicazione. Tuttavia, ci sono molti aspetti meno noti della sua vita. In questo articolo esploreremo sei curiosità su Marconi che non tutti sanno.
1. Origini familiari e infanzia
Guglielmo Marconi nacque il 25 aprile 1874 in Italia a Bologna, da una famiglia benestante. Suo padre, Giuseppe Marconi, era un proprietario terriero, mentre sua madre, Annie Jameson, proveniva da una famiglia irlandese nota per la produzione di whiskey. Questo mix culturale influenzò significativamente la sua educazione e il suo approccio sperimentale. La madre, in particolare, incoraggiò il suo interesse per la scienza e la tecnologia, appoggiandolo e sostenendolo. Anche il padre, spesso rappresentato come burbero e tradizionalista, lo aiutò sin da piccolo acquistando prima strumenti e pubblicazioni per il suo laboratorio, poi diventando il primo sostenitore del suo brevetto.
2. Interesse a sperimentare sin da piccolo
Marconi mostrò un interesse precoce nell’applicare la scienza e la tecnologia. Fin dai 13 anni si interessò agli esperimenti di Hertz e alle teorie di Maxwell sull'elettromagnetismo. All'età di 20 anni era già convinto di fare l’inventore e di poter comunicare a distanza senza l’utilizzo di cavi, grazie alle onde elettromagnetiche. Costruì i primi dispositivi per trasmettere e ricevere wireless nel suo laboratorio di Villa Griffone, sulle colline di Bologna. L’esperimento che sancì il successo della sua invenzione avvenne quando Guglielmo aveva solo 21 anni, nell’autunno del 1895: trasmise un segnale che fu ricevuto dal suo aiutante, il contadino Mignani, oltre la collina dei Celestini, nei pressi di Villa Griffone. Mignani, per comunicare il successo di questo esperimento fuori dalla portata ottica, sparò un colpo di fucile. Fu l’inizio di una nuova vita per Marconi e di una nuova era nel campo della comunicazione.
3. Brevetti
A seguito dell’episodio della Collina dei Celestini, Marconi, che parlava perfettamente inglese e aveva parenti nel Regno Unito (sua madre, Annie Jameson, era irlandese), sfruttò l’opportunità di trasferirsi a Londra per promuovere la sua invenzione. In pochissimo tempo riuscì a presentarla alle autorità inglesi e ad ottenere il primo brevetto sul suo metodo di trasmissione radio: il n. 12039 dal titolo Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e degli apparecchi relativi. Ma i brevetti depositati da Guglielmo Marconi sono circa una settantina, riguardano sempre la comunicazione wireless e propongono costantemente soluzioni migliorative delle tecniche precedenti. Un brevetto molto importante è il n. 7777 depositato negli Stati Uniti nel 1900, sulla sintonia dei circuiti trasmettenti e riceventi. Grazie a questo si risolse in parte il problema dell’interferenza, captando solo il segnale in una banda di frequenza definita. È il principio secondo cui funzionano le nostre radio anche oggi: quando ascoltiamo una stazione, significa che siamo sintonizzati su una determinata frequenza a cui l’emittente sta trasmettendo.
4. Il primo messaggio transatlantico
Nel 1901, Marconi riuscì a trasmettere il primo segnale radio transatlantico da Poldhu, in Cornovaglia, a St. John's, Terranova, in Canada. Questo evento dimostrò che le onde radio potevano viaggiare oltre l'orizzonte, sfidando le conoscenze scientifiche del tempo. La lettera "S", trasmessa in codice Morse, rappresentò un trionfo della tecnologia e della perseveranza di Marconi, aprendo nuove possibilità per la comunicazione globale. Gli scienziati del tempo sostenevano che la comunicazione per mezzo delle onde radio tra due punti sulla terra così distanti - circa 3400 km - non era possibile, a meno di non costruire antenne alte 160 km, poiché si sapeva che le onde viaggiavano in linea retta come la luce, e quindi dovevano superare la curvatura terrestre. Ma Marconi aveva già sperimentato distanze che, seppur minori, superavano la linea dell’orizzonte. Solo grazie a un fondamentale esperimento del 1924, l'inglese Edward Victor Appleton scoprì l’esistenza di uno strato ionizzato dell'alta atmosfera, la ionosfera, che permetteva alle onde elettromagnetiche di rimbalzare, così come la superficie del mare, in modo da poter raggiungere così elevate distanze.
5. Il Premio Nobel per la Fisica
Nel 1909, Marconi fu insignito del Premio Nobel per la Fisica, insieme a Karl Ferdinand Braun. Marconi fu il primo italiano a ricevere questo prestigioso premio, e il suo lavoro continuò a influenzare profondamente il campo delle telecomunicazioni. Oltre ad essere un concorrente di Marconi, Braun era il suo diretto antagonista. A differenza di Guglielmo, che non aveva ottenuto diplomi o lauree, Karl era un professore di fisica molto affermato e titolare di cattedre di grande pregio. La Telefunken, società di cui il professore era socio, era l’azienda concorrente diretta della Marconi Co.
6. Marconi e la vela
Il rapporto tra Marconi e il mare è stato strettissimo sin dall’infanzia. L’inventore passò gran parte della sua adolescenza sulla costa tirrenica, a Livorno, dove fu iniziato sia alla nuova scienza dell’elettricità grazie alle lezioni private di un professore locale, sia alla navigazione a vela. Non è certo un caso che il nome di una delle sue più note innovazioni – l’antenna – sia un termine nautico. Originariamente, infatti, questa parola indicava l’albero e i raggi che sorreggono la vela. Dopo l’uso che ne fece Marconi il termine ha assunto un nuovo significato, quello che comunemente gli diamo, e dall’italiano si è trasferito direttamente in molte altre lingue, tra cui l’inglese (antenna), il tedesco e il francese (antenne). Le regate furono le protagoniste delle sue prime radiocronache in tempo reale. Grazie ai messaggi in codice Morse trasmessi dal campo di regata riuscì a trasmettere gli esiti delle regate di Kingston nel 1898 e della America’s Cup nel 1899. In mare vennero fatti i principali esperimenti e nel 1919 comprò lo yacht Elettra che divenne il suo laboratorio navale fino alla sua morte, nel 1937.